“La Gioconda Afghana” di Siniscalchi simbolo di pace

Incontro alla Fondazione Santomasi

martedì 28 giugno 2022
Un'opera a quattro mani per invitare a riflettere, lanciando un messaggio di pace e sensibilizzare rispetto alla condizione delle donne, vittime di violenze e privazioni, sia tra le mura domestiche che nel quotidiano, all'interno della società e nei territori di guerra.

Questa in sintesi l'opera "La Gioconda Afghana" realizzata da Giuseppe Siniscalchi, in collaborazione con Domenico Melillo (in arte Frode), presentata nella sala convegni della fondazione Ettore Pomarici Santomasi. A fare gli onori di casa il presidente Nicola Cornacchia che, elogiando il lavoro dell'artista gravinese trapiantato a Milano, ne ha evidenziato i tratti della sensibilità e dell'introspezione a cui invita Siniscalchi con le sue opere. Un percorso che va dall'arte alla filosofia e alla psicologia, fino alla giurisprudenza, esemplarmente sintetizzato dai quadri del fondatore del movimento "fronteversista".

"Quello di Siniscalchi è un invito a guardare oltre l'immagine- ha detto Cornacchia- ed è proprio oltre la contemplazione del quadro che si trova il messaggio di pace dell'artista: "messaggi che abbiamo il dovere di diffondere" -ha concluso il presidente dell'ente morale, che ha ceduto la parola ad Antonia D'Ecclesiis della Fidapa che, invece, ha voluto sottolineare l'importanza dell'opera "la Gioconda Afghana". Una denuncia della condizione delle donne nei paesi integralisti. Un'opera che parla dei diritti negati, "delle donne private delle loro libertà" con il linguaggio dell'arte che purtroppo mette in evidenza questo dramma- ha detto D'Ecclesiis. "Quella di Siniscalchi è una iniziativa concreta per evidenziare il problema del rispetto delle differenze"- ha affermato in conclusione la presidentessa della Fidapa Gravina nel suo intervento, a cui è seguito un monologo di Maria Sole Cornacchia proprio dedicato alla violenza sulle donne.

Anche perché sta cambiando il paradigma della violenza- ha esordito Franco Laiso, prima della lettura di alcuni brani dedicati alla condizione femminile nell'Afghanistan, convinto che l'unica via di uscita per superare la violenza e i conflitti tra i popoli si deve ricercare nel multiculturalismo, "che è promozione di civiltà".
Civiltà che non è rappresentata dai diritti negati alle donne e dalle bellezze nascoste dietro il velo, proprio come la Gioconda di Siniscalchi che ha realizzato l'opera ispirato dalle immagini della fuga dalla nazione del Medio Oriente dopo il ritorno dei talebani, apportando sull'argomento due contributi video di un artista e una giornalista.

Secondo una l'interpretazione di Michele Murgese "la Gioconda Afghana rappresenta tutte le donne che subiscono violenza", con la Gioconda imitata da una schiera di artisti famosi, che però solo nell'opera di Siniscalchi si riesce a ritrovare con quell'aurea di mistero, che invita "a togliere il velo per vedere l'interiorità delle donne".
Non da meno Gemma Gualdi, sostituto procuratore di Milano, che ha voluto sottolineare come l'opera di Siniscalchi riesca ad assurgere al ruolo di mediazione tra la bellezza dell'arte e le barbarie e le atrocità legate alla guerra.
Un contrasto mediato dalla Gioconda di Siniscalchi che mette l'arte a servizio del diritto. "L'arte come metodo per la tutela dei diritti tra Stati e nella libertà nei rapporti, ma anche nei diritti individuali" -ha detto Gualdi, sottolineando come "l'arte è uno strumento di responsabilità sociale" e andrebbe utilizzata come "metodo per educare e formare le generazioni future".

Poichè "l'arte serve a rinascere e condividere la cultura serve ad educare alla pace". Ne è certa Gemma Gualdi convinta che "dopo due anni di pandemia e dopo gli orrori di questa guerra serva una terapia del messaggio artistico". Ovvero bisogna ricordarsi che "la bellezza può salvare le nostre vite" -ha detto Gualdi e che "la pittura è bellezza senza tempo". Per cui- ha concluso il magistrato milanese- "usiamo l'arte per uscire da questo momento buio, usiamo il messaggio di speranza di Giuseppe Siniscalchi".