Esami da avvocato truccati, tre arresti

Coinvolti nelle indagini membri della commissione e e funzionari universitari

venerdì 15 aprile 2016 11.38
Avevano anche una centrale operativa e gestivano una fitta rete di rapporti interpersonali al fine di falsificare gli esiti dei risultati dell'esame per l'abilitazione dei giovani avvocati.

Con queste accuse, venerdì mattina, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Bari hanno eseguito l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bari, su richiesta di questa Procura, nei confronti di Laquale Annunziata, funzionaria dell'Università degli Studi "Aldo Moro" (oggi in pensione per raggiunti limiti di età), di Losito Innocenza, responsabile dell' Unità di controllo dell'ADISU Puglia (Agenzia Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) e di Colella Giuseppe, avvocato del foro di Bari.
Per tutti l'accusa è di aver dato vita ad un'organizzazione che ha consentito ad alcuni candidati alle prove scritte di esame per l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato, sessione 2014/2015, di procurarsi e presentare elaborati altrui.

La complessa attività investigativa dell'Arma - svolta su delega di questa Procura – ha consentito di accertare come, mediante un'articolata rete di rapporti interpersonali e di comunicazioni telefoniche e telematiche a mezzo "whatsapp", il "gruppo di lavoro" agiva, con la collaborazione del professionista e di altri esperti in materie giuridiche, redigendo gli elaborati di esame che venivano successivamente introdotti nei padiglioni della Fiera del Levante ove si svolgevano le prove scritte e consegnati ad alcuni degli esaminandi.
Nel mese di dicembre 2014, proprio in concomitanza con lo svolgimento della prova scritta, i Carabinieri, rilevando condotte anomale da parte dei componenti della commissione e delle funzionarie dell'Università, intervennero sequestrando gli smartphone in uso a queste ultime che recavano le foto delle tracce d'esame in precedenza ricevute, nonché numerosi elaborati introdotti abusivamente all'interno del luogo di esame da parte dell'organizzazione.

Gli indagati sono complessivamente diciotto, tra avvocati, membri della commissione, funzionari universitari ed aspiranti avvocati. Le persone coinvolte dovranno rispondere dei reati di falsa attribuzione di un lavoro altrui, falso ideologico, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, corruzione e truffa aggravata ai danni dello Stato.