"Deposito nucleare: sei grandi errori nella procedura"

Il WWF nazionale presenta un documento di osservazioni

sabato 8 maggio 2021 15.54
Il WWF ha presentato un lungo documento di osservazioni sulla realizzazione del deposito nazionale nucleare di cui sono stati individuati 67 possibili siti in Italia (uno a Gravina).

"Il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e del combustibile esaurito - spiega l'associazione del panda - è una responsabilità dalla quale il nostro Paese non può esimersi se vuole garantire una gestione sicura di questa partita delicata così come la Commissione europea chiede all'Italia di fare. Vanno, però, superate 6 grandi lacune contenute nella documentazione presentata da SOGIN per la selezione dei siti idonei e sul progetto preliminare del deposito e che il WWF ha evidenziato in 72 pagine di Osservazioni inviate nei giorni scorsi prima che scadesse il termine ultimo della consultazione. Superare queste gravi lacune è indispensabile se si vuole rendere credibile il lavoro sin qui fatto e se si vogliono compiere scelte che, garantendo la sicurezza siano in grado di tutelare l'ambiente e la salute. È, inoltre, necessario che il Governo garantisca in ogni fase della procedura partecipativa il pieno coinvolgimento e la corretta informazione dell'opinione pubblica.

"Nelle Osservazioni del WWF - argomento l'associazione - si parte dalla constatazione che i siti dove sinora sono stati stoccati i rifiuti nel nostro paese, in particolare quelli derivanti dallo smantellamento delle centrali nucleari, non sono idonei, come segnalato dalla Commissione Europea che dopo l'invio della lettera di seconda messa in mora del nostro Paese per la violazione della Direttiva 2011/30/Euratom, stava per deferire l'Italia alla Corte di Giustizia Europea, se non avesse avviato entro 60 giorni le procedere per definire e approvare un programma nazionale per la loro messa in sicurezza. Nell'esaminare la Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) e il Progetto Preliminare del Deposito Nazionale il qualificato gruppo di esperti coinvolti dal WWF ha valutato approfonditamente la documentazione SOGIN, concentrando la sua attenzione sulle caratteristiche tecniche del deposito e sulle 23 aree (localizzate in Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata), delle 67 prese in esame, che sono state classificate dai proponenti come "Buone" e "Molto Buone".

Esistono 6 macro-limiti della documentazione presentata da SOGIN che mettono in discussione le indagini sin qui compiute: La partecipazione, ad oggi, appare monca. Su scelte come queste deve esserci un reale e consapevole coinvolgimento delle amministrazioni e soprattutto delle popolazioni locali, creando una grande occasione di confronto che superi i limiti di una procedura - aperta il 5 gennaio scorso e che si conclude il 5 maggio: è inaccettabile che non sia prevista la partecipazione dei soggetti portatori di interessi qualificati al Seminario Nazionale, strumento fondamentale per discutere ed eventualmente modificare le scelte in corso d'opera.

Il WWF ricorda che bisognerebbe anche indagare gli aspetti e gli scenari socioeconomici, fondamentali per le comunità locali, considerati solo marginalmente nell'indagine svolta da SOGIN (solo con riguardo agli aspetti legati all'agricoltura e ai luoghi di interesse archeologico e storico). Infine l'associazione chiede di cogliere l'opportunità fornita dal decreto Milleproroghe del dicembre 2020 approvato e convertito in legge nel gennaio 2021, che ha raddoppiato i tempi delle due fasi di consultazione (Osservazioni e Seminario Nazionale) per dare spazio ad un confronto tecnico-scientifico trasparente, chiaro, partecipato ed in grado di far crescere la consapevolezza del Paese. Solo in questo modo si eviteranno future opposizioni e conflittualità locali al momento in cui le indicazioni che emergono dagli studi si concretizzeranno in scelte sui territori".

Il gruppo di esperti che hanno redato le Osservazioni del WWF è così composto: Gianni Del Pero, geologo; Anna Giordano, naturalista WWF Italia; Federico Grazzini, Meteorologo ARPAE – SIMC; Aaron Iemma, esperto GIS; Stefano Leoni, esperto di diritto ambientale; Stefano Lenzi, responsabile Ufficio relazioni istituzionali WWF Italia; Bernardino Romano, DICEAA - Università de L'Aquila; Alex Sorokin, ingegnere nucleare; Massimiliano Varriale, Clima e Energia WWF Italia; Francesco Zullo, DICEAA - Università de L'Aquila.