Da Gravina alla conquista del sistema solare

Finanziato per 2 milioni il progetto Extrema. Intervista allo scienziato Francesco Topputo

lunedì 16 dicembre 2019 12.15
A cura di Angela Mazzotta
Un finanziamento da 2 milioni di euro per il progetto Extrema con cui il professor Francesco Topputo ha vinto l'Erc Consolidator Grant, un riconoscimento che viene conferito dall'Unione Europea a ricercatori eccellenti che stanno consolidando la propria indipendenza scientifica, ed è destinato alla realizzazione di progetti di frontiera.
Professore e Ricercatore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali al Politecnico di Milano, "cervello in fuga" emigrato al nord, Francesco Topputo 41 anni è uno scienziato di fama internazionale e di origini gravinesi. L'abbiamo intervistato a pochi giorni dalla notizia della vincita.

Ha ricevuto un premio prestigioso e molto importante, ce lo vuole commentare?
Ho ricevuto un premio ERC, Consiglio Europeo della Ricerca, che premia i ricercatori top in Europa che fanno ricerca in tutti i campi su progetti ad altissimo rischio ma anche guadagno. Progetti ambiziosi e molto validi che portano grandi benefici.
Il mio progetto, EXTREMA, introduce i "self-driving interplanetary CubeSats": sonde spaziali miniaturizzate in grado di auto-guidarsi durante tutta la fase di crociera, dalla fuga dalla terra fino all'arrivo a destinazione, senza la necessità di essere controllati dalle stazioni di terra. Il concetto, ideato da me e dal mio team, pone non poche sfide: i nanosatelliti dovranno essere in grado di determinare la propria posizione autonomamente sfruttando l'osservazione di corpi celesti e dovranno elaborare, sempre in autonomia, una legge di guida da attuare con propulsori miniaturizzati. In parole povere: lancio una sonda su Marte e quando arriva a destinazione sarà lei a chiamarmi, senza che io le faccia da baby-sitter lungo il tragitto. I benefici derivanti dall'impiego di tale tecnologia sarebbero notevoli: le università, i centri di ricerca e le aziende potranno finalmente avere l'accesso allo spazio profondo a basso costo, combinando la miniaturizzazione dei satelliti all'abbattimento dei costi per le operazioni. Ciò comporterà una potenziale proliferazione di missioni spaziali e quindi una conoscenza più approfondita del nostro sistema solare.

Cosa succederà adesso? In cosa sarà impegnato nei prossimi mesi?
I 2 milioni di euro mi permetteranno di mettere in piedi un nuovo team per 5 anni. Il progetto partirà la prossima primavera e potrò allargare il mio team ad altri 8 collaboratori, tra ricercatori e dottorandi. Metteremo in piedi un nuovo laboratorio al Politecnico di Milano che studierà la possibilità di esplorare il sistema solare, sia pianeti che corpi minori, con i "cube sat". Oggi i costi delle operazioni a terra per guidare un satellite sono sempre molto alti, vogliamo ridurre i costi con satelliti più piccoli e più autonomi. Il potenziale di questa operazione è enorme, è una bella sfida ma sono determinato.

Che posizione occupa l'Italia e il Politecnico di Milano nell'ambito della ricerca aerospaziale?
Il nostro Paese storicamente è molto attivo. A inizi anni '60 l'Italia è stato il terzo paese a lanciare un satellite nello spazio (dopo Russia e USA) e ora partecipa ai programmi spaziali in 2 modi: o tramite l'agenzia spaziale europea (ESA) o attraverso l'agenzia spaziale italiana (ASI). Il Politecnico di Milano è la prima realtà universitaria italiana nel campo dell'ingegneria e l'unico dipartimento italiano che si occupa solo di aerospazio. Nel mio dipartimento lavoriamo sia con ESA che con ASI, con accordi di ricerca anche di 10 e 15 anni. Ho la fortuna e il merito di essere in un team importante.

Immagino lei si senta "cittadino del mondo", ma quanto ritiene importanti le sue origini?
Sono andato via da Gravina a 19 anni nel 1997, oggi ho 41 anni. Sono partito a Milano un po' all'avventura, con 2 borsoni e dormendo ospite da amici gravinesi. Vivo a Milano da 22 anni ma mi considero un appulo-lombardo. Gravina è una terra splendida ma difficile e quando parti per una città come Milano hai fame di fare bene. Mi sono mantenuto grazie alle borse di studio e mi sono impegnato tanto.
Le mie origini sono importantissime, un paio di volte l'anno torno a Gravina per rivedere la mia famiglia numerosa e fantastica.

Gravina negli ultimi mesi è diventata meta perfetta per il cinema anche internazionale, pensiamo a 007 o Pinocchio, grazie al suo scenario naturale unico. Che legame ha con la sua terra d'origine?
Ero a Gravina ad agosto quando giravano le scene fantastiche sul ponte di 007. Gravina ha un potenziale enorme che adesso comincia a sfruttare e mi auguro non si arresti dopo l'ondata fortunata di Matera 2019. Questo momentum, come diciamo noi fisici, non deve arrestarsi ma essere l'inizio di qualcosa di ancora più bello. Non dimentichiamoci che ci sono parti del nostro territorio, come la zona archeologica di Botromagno, che purtroppo sono ancora nascoste.

Qual è il consiglio che si sente di dare a chi si affaccia al suo settore e ai più giovani?
Lavorare tanto, non ci sono scorciatoie o "pasti gratis" come diceva un mio vecchio professore. Lo spazio negli anni è stata una prerogativa delle agenzie spaziali governative, ora ci sono i privati che investono molto: pensiamo al gps o ai canali satellitari. È un settore in fermento e ci sono grandissime opportunità ma bisogna lavorare sodo.

C'è tempo per la famiglia?
Assolutamente sì, ho una moglie e 2 splendidi figli. Si può e si deve fare. E ci sono tante donne per fortuna che riescono a conciliare famiglia e lavoro. La professoressa con cui mi sono laureato, la famosa Amalia Ercoli-Finzi "mamma della missione Rosetta", è una delle massime esperte internazionali in ingegneria aerospaziale e ha ben 5 figli.