Sos Botromagno
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Eventi e cultura

"Sos Botromagno": salvare la storia dall'incuria

Cinquanta i ragazzi impegnati nel recupero della zona archeologica

Obiettivo: salvare Botromagno dal degrado e dall'incuria.

E' iniziato venerdì mattina il lavoro di una cinquantina di giovani di sulla collina che ospita le vestigia della più antica storia gravinese, frequentata dall'uomo fin dall'Età del Ferro, abitata dagli antichi Peuceti, le popolazioni indigene così ribattezzate dai Greci che abitarono il comprensorio. Nel corso delle varie campagne di scavo nell'area, estesa per oltre 400 ettari, erano stati rinvenuti capanne, sepolture e manufatti (su tutti le ceramiche attiche a figure rosse) risalenti al periodo compreso tra il VI ed il III secolo a. C.

E' ambiziosa la missione che si propone "Sos Botromagno", operazione lanciata dal Comune di Gravina in Puglia attraverso l'assessorato alle espressività artistiche e culturali, guidato da Laura Marchetti, in collaborazione con l'Archeoclub e la fondazione "Ettore Pomarici Santomasi". «In queste ore a Gravina – commenta dal campo l'assessora – sta avvenendo qualcosa di unico: tanti giovani volontari, con dedizione e competenza, stanno restituendo dignità e decoro ad un parco archeologico tra i più importanti del Meridione, eppure colpevolmente dimenticato, specie dalle istituzioni, per tanto, troppo tempo».

Due giorni di intenso lavoro, in cui i ragazzi, affiancati dagli addetti del Servizio Civico del Comune, sotto le supervisione della Soprintendenza archeologica, hanno dapprima individuato le zone sulle quali intervenire (tutte in località Angellotti e Lucatuorto), quindi hanno dato inizio alle fasi di pulizia e studio.

Attività che proseguiranno fino a fine mese, con un obiettivo simbolico: rendere visitabile ed aprire al pubblico Botromagno, almeno per un giorno. "Questi giovani, col loro esempio – aggiunge l'assessora Marchetti - chiamano tutti ad un impegno chiaro e credo necessario: spazzar via l'immobilismo e gettare le basi perché Botromagno torni a vivere, legandosi alla rete del sistema dei musei, che come Comune stiamo allestendo. Basta voltare la testa dall'altra parte: è il momento della responsabilità. Per i singoli, la comunità e le istituzioni tutte, in primis Regione e Governo centrale, che devono dire come intendono spendersi perché si possa voltare finalmente e per davvero pagina".
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