restauro croce mistero
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La città

Il restauro della croce dei misteri

Restituita alla città la storia religiosa, artistica e popolare della croce devozionale

Una presa in carico anche simbolica di quei patimenti che rappresentano la sofferenza vissuta dal cristo morente sulla croce da parte della confraternita Maria SS. Addolorata che in una "forma embrionale di mecenatismo" ha permesso di restituire ai cittadini e alla chiesa del soccorpo un esempio di bene artistico dall'alto valore devozionale.

Il supporto economico della confraternita all'opera di restauro, possibile grazie ai proventi della carità dei credenti in suffragio dei cari defunti, si inserisce in un più ampio invito ribadito a tutte le associazioni organizzate di fedeli, nel corso dei saluti di apertura, da parte di Mons. Saverio Paternoster – presidente del Capitolo cattedrale di Gravina -a farsi primi portatori di attenzione alla necessaria tutela e valorizzazione dell' immenso patrimonio culturale esistente nella nostra città.

La presentazione del restauro della croce dei misteri, manufatto artistico di fine '700- inizi '800, è avvenuta nell'aula unica della biblioteca Finia. Un restauro atteso e sperato anche dal conservatore del bene, don Giacomo Lorusso, che vede rientrare la croce in sede, presso la chiesa di S. Croce (conosciuta come soccorpo della cattedrale) nelle settimana che annuncia la Pasqua cristiana.
Un momento metodologico di riconoscimento del valore dell'opera d'arte, nella sua consistenza fisica, estetica e storica descritto dal dott. Marco Tommaso Fiorillo e vissuto come nuova esperienza professionale non essendosi mai occupato, nella sua ricca carriera iniziata dopo la specializzazione conseguita presso l'opificio delle pietre dure di Firenze, di un progetto di restauro avente ad oggetto una croce della passione.

Dalla documentazione fotografica dello status quo ante, alla descrizione dell'intervento in laboratorio con il trattamento antitarlo, operata in maniera prima localizzata poi generalizzata con un imbustamento durato circa un mese, ma anche la descrizione della pulitura chimica – possibile fortunatamente con solventi non troppo aggressivi, sottolinea il restauratore-, la stuccatura e l'integrazione senza alterazione del bene originale: operazioni rispettose e rispondenti a canoni di riconoscibilità nel tempo del restauro stesso.
La polvere, lo strato di sporco, i colori inscuriti del legno e la ruggine delle parti metalliche rimossi hanno disvelato le peculiarità dei simboli universalmente conosciuti -ma non riportati sempre uguali sulle croci che aprivano le processioni della settimana santa-, simboli che hanno attraversato la storia dell'uomo nei secoli, intrecciandosi irrimediabilmente con vicende non solo spirituali ma anche storiche ed umane.

Una simbologia rinvenibile negli elementi (arma christi) e nelle tradizioni popolari di un tempo che serve conservare con cura, preservare per i posteri, anche dopo l'attento restauro.

L'occasione della condivisione della relazione finale di restauro si fa anche opportunità per presentare alla cittadinanza gli inediti virtual tour realizzati da Eugenio La Capra di Ferrandina e presenti sul portale www.museocapitolaregravina.it: un modo nuovo, una prospettiva diversa per "guardare il cielo e scendere velocemente sulla terra"- annuncia don Giacomo Lorusso- esplorando le chiese rupestri del nostro territorio scavate per accogliere il divino.
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