inaugura mostra: mangione - vicino
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Eventi e cultura

Da De André all’arte di Mangione: racconto laicamente universale

La delicatezza e la forza della figura umana di Maria in una rilettura pittorica dell’artista gravinese

"La vita, l'amore, la famiglia, valori senza i quali il mondo intero non esisterebbe": la riflessione dipinta dal poliedrico artista residente a Gravina, classe '87.

Si è inaugurata presso la Sala Convegni del Museo Civico Archeologico, la nuova personale di Davide Mangione, La Buona Novella, patrocinata dal Comune di Gravina rappresentato nell'occasione dall'ass. Leo Vicino, e dalla Società Cooperativa Sociale "Laetitia". Portatrice di un messaggio artistico di speranza e di pace, la mostra accoglie il visitatore nella settimana di preparazione alla Pasqua e sarà ospitata nella stessa sala fino al 25 aprile.

C'è una liricità che traspare dalle tele, si esplicita nei tratti, nel contrasto dei colori, nella matericità dei corpi resi in una continua tensione che accompagna la narrazione visiva, la stessa liricità della quale sono pregne le parole usate nei brani dell'album La Buona Novella di De André come rilettura dei testi del Vangeli apocrifi.

Dipinto è il lato umano dei protagonisti, di quelli minori – la Vergine Maria, San Giuseppe, i due ladroni - e della vicenda della vita di Gesù nella dimensione del figlio dell'uomo e non del Figlio di Dio.

Dalla nascita fino alla morte sul Golgota, il figlio-uomo si emancipa, ma mai troppo dalla figura delicata e potente di Maria, sua madre ma anche bambina, donna, ragazza- madre e ancora madre misericordiosa che diventa vate, riferimento di magnificenza, fulcro di pietas, portatrice di un messaggio universale di vicinanza a tutte le madri che rivivono, anche oggi, lo stesso dolore a causa della violenza dell'umanità nell'indifferenza troppo spesso destata dai fatti di cronaca quotidiana.

È la maternità che si umanizza, la figura maritale di Giuseppe che si palesa, la fragilità, la saggezza, la compassione, il racconto della passione e l'angoscia del dolore, lo strazio dignitoso ed intimo, il coinvolgimento delle vicende dei due ladroni nel percorso allestito con meticolosa scansione delle "scene": L'infanzia di Maria, Il ritorno di Giuseppe, Il sogno di Maria, Maria nella bottega d'un falegname, Via della croce, Tre madri, Il Testamento di Tito.

E se le 'età della vita' di Maria-donna in un rapporto particolare-universale diventano, attraverso la Storia delle Storie, un percorso sentimentale per ogni fruitore, prima che spirituale; sperimentale è l'interpretazione dello spazio dell'allestimento tracciato da 10 metri di stoffa di un'opera pavimentata, disegnata di getto e realizzata dall'artista in loco in bianco e nero a raccontare la rivoluzionaria interpretazione 'a contrario' da parte di Tito, il Ladrone "buono", ad una ad una, delle leggi donate dal Signore a Mosè: testamento di pietà popolare per l'Uomo Innocente morto per Amore.

Una esposizione che, affidata alla pittura di Davide Mangione, rappresenta un modo più terreno per avvicinare, se non alla fede, alla compassione espressa artisticamente.
La mostra rimarrà aperta fino al 25 aprile presso il presso Museo Civico Archeologico in piazza Benedetto XIII con ingresso libero dalle 8.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00.
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