Agricoltura 2.0: il giusto connubio tra tradizione ed innovazione

Il territorio murgiano, vocato per natura all'agricoltura, in un periodo di recessione come quello attuale può offrirci un'opportunità di riscatto: le tante sfaccettature dell'agricoltura moderna possono produttivamente legarsi alla tradizione, puntando sulla qualità dei prodotti e dei processi, sulla biodiversità e sul biologico.

Di questo e tanto altro si è discusso nella mattinata di giovedì nella sala convegni dell'area fiera, durante il workshop "Agricoltura 2.0 - Istruzioni per il futuro", organizzato da Slow Food Murge, LifeGate e Murgiamadre. Un dibattito a più voci, moderato dal fondatore di Murgia Madre, Antonio Cucco, che ha permesso un confronto tra istituzioni, associazioni e imprenditoria locale sul tema dell'economia sostenibile.

In questa direzione va la stipula del protocollo d'intesa tra Slow Food Murge e amministrazione comunale, fissata per il prossimo 24 maggio, che vede l'istituzione dell'orto in condotta a Gravina. Si tratta di un programma formativo triennale, applicato ad una scuola primaria, che prevederà un percorso di formazione a contatto con la terra. "Riteniamo che l'educazione sia strategica per formare il consumatore e il conservatore dell'ambiente del futuro", spiega Michele Polignieri, referente del progetto Orto in condotta, "nei tre anni si riesce a costruire una comunità dell'apprendimento che rappresenta la vera cellula di sopravvivenza dell'agricoltura 2.0".
"Una partita ambiziosa e un'esperienza dal grande valore collaborativo", aggiunge l'assessore alla cultura, Laura Marchetti, "mettere agricoltura e cultura sullo stesso piano rappresenta una sfida non facile perché implica un cambiamento profondo e radicale nella scuola e nell'educazione".

Stefano Corti, direttore generale del network di comunicazione LifeGate, partner del progetto Agricoltura 2.0, sottolinea nel suo intervento "l'importanza di un approccio moderno nei confronti delle coltivazioni che potrebbe portare grossi vantaggi all'intero sistema Italia, oltre che rappresentare un'opportunità di sviluppo e di business da presentare durante l'esposizione universale di Milano Expo 2015".

Ma l'agricoltura 2.0 è anche rispetto per la natura e per la ciclicità della vita, e quindi produzione biologica come testimoniato da Maria Desiante, titolare di un'azienda agricola al confine tra Puglia e Basilicata: "Ho sposato il biologico da molti anni ma il mio impegno negli ultimi tempi è quello di dedicare la mia vita, oltre che alla terra, alle nuove generazioni. Voglio insegnare ai giovani ad ammalarsi di terra".

A conclusione del forum è stata posta sul tavolo una questione importante: sarà possibile la creazione di un bio distretto della Murgia Appuro Lucana? Per poter essere incisivi sulla scena nazionale ed internazionale, si sa, è necessaria la collaborazione. Il bio distretto è infatti un'area geografica dove agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni stringono un accordo per la gestione sostenibile delle risorse locali, partendo da un modello biologico di produzione e di consumo. Un'adesione positiva è stata raccolta dal Gal Murgia Più, rappresentato da Vincenzo Popolizio, che ha assicurato il suo impegno in tale direzione. Con fermezza Vincenzo Castoro, presente come rappresentante della regione Basilicata, ha infine spiegato che quella del bio distretto "è necessariamente una sfida da vincere".

Nonostante l'assenza dovuta ad impegni istituzionali del rappresentante della regione Puglia, Antonio Guario, l'accordo tra le parti sembra esserci. Non resta che dar forma alle parole.