Casa Tarzan
Casa Tarzan

La primavera gravinese

La penna di un giovane cittadino

Il sole che riscalda l'aria sembra annunciare il ritorno della primavera. Una Primavera Gravinese sicuramente calda questa se consideriamo che siamo già in piena campagna elettorale.
Ebbene l'input che mi ha portato a scrivere è stato proprio questo inizio di primavera.

Sono alle soglie dei ventiquattro anni e non credo sia l'unico, fra i tanti miei coetanei gravinesi, a cui capiti di pensare al passato, all'infanzia, a cui insomma capiti di ricordare quando si andava in pineta a giocare in cima alla "casa di Tarzan". Da allora ne è passato di tempo e sicuramente guardo il mondo con occhi diversi; sarebbe ridicolo perciò immaginare minimamente di poter attuare un paragone fra la Gravina di ieri e la Gravina di oggi affidandomi esclusivamente alle mie percezioni, di sicuro attualmente, mutate e maturate.

Quel che è certo è che oggi la pineta è vuota e la "casa di Tarzan" non c'è più! Non c'è neanche il trenino e non ci sono più neanche l'aeroplano ed il mulino. C'è solo tanta spazzatura nonostante neanche un anno fa l'associazione "Orgoglio Gravinese" si era fatta promotrice di un evento di pulizia straordinaria nominata "RipuliAmo la nostra città". Un monito, quello dato dall'associazione, rimasto incompreso!

Inoltre ad oggi mi sembra che molte cose siano rimaste immutate e tanto per fare un esempio personale, il sottoscritto continua a recarsi presso la vicina Altamura, come faceva più di dieci anni fa, per praticare nuoto. Uno sport alquanto diffuso nel paese.
Rinnovando l' impossibilità di poter confrontare il passato ed il presente mi permetto tuttavia di affermare che questa città sembra agonizzante e molto vicina ad un decesso inevitabile.

Le strade sono dissestate, i palazzi nel centro storico crollano e non si provvede a trovare una soluzione al problema. Anche il Ponte sta crollando e noi lo abbiamo lasciato al suo inevitabile destino (almeno così pare). La circolazione stradale non sembra avere regole a cui doversi attenere.
La pineta, il parco archeologico ed altri siti di interesse (chiese rupestri, il bosco comunale, ecc.), che altre città bramerebbero fortemente, sono invece qui abbandonati all'oblio e sembrano, in molti casi, piuttosto essere delle discariche a cielo aperto. Per di più non è da sottovalutare l'emergenza ecologica che affligge il nostro territorio sia esso urbano che extraurbano.
Oltre al rischio di patologie derivanti dall'inquinamento ambientale (si ricordi a tal proposito il tasso elevato di malattie cancro-tumorali) c'è da dire che urge adeguarsi agli standard nazionali per ciò che concerne la raccolta differenziata che attualmente per Gravina si attesta a livelli, a dir tanto, scarsi!

Inoltre sono assenti le infrastrutture per praticare sport che differiscano dal calcio. Infatti, giusto per citarne una, è nota la situazione critica della palestra sita in via Dante tant'è vero che gli incontri di pallavolo spesso vengono disputati presso la palestra dell'istituto statale bivalente delle scuole medie superiori.

Infine è da segnalare la mancanza di luoghi idonei allo svolgimento di attività ludico-ricreative dei più giovani senza il rischio attuale che invece quotidianamente si vive per le strade. Strade che molti bambini e ragazzi affollano rischiando di procurare danni a sé ed agli automobilisti.

I problemi appena sopra descritti sono sotto gli occhi di tutti e credo che non passano inosservati. Molti ragazzi come me sono costretti ad un esodo necessario per costruire un futuro che sia in grado di prospettare aspettative diverse da quelle che attualmente è in grado di offrire Gravina. Invece basterebbe poco per dare luce a nuove opportunità lavorative se consideriamo l'enorme patrimonio storico, artistico, culturale, eno-gastronomico che possediamo incuranti sotto una coltre di polvere!

Chiedo, in primo luogo a coloro i quali aspirano a prendere in mano le redini di questa città, ed in secondo luogo a tutti gli altri miei concittadini, se sarà possibile salvare Gravina dal declino e dall'agonia odierna.
È possibile immaginarla in una cornice diversa? È possibile dare un futuro migliore ai gravinesi?
Il recupero di questa città è un bisogno che non può essere ulteriormente prorogato. Spetta a tutti rimboccarsi le maniche. Auguro quindi a quanti aspirano a divenire i prossimi amministratori della città di operare una scelta coscienziosa e mirata al bene comune. Mi auguro davvero che questa che andremo a vivere a breve sarà una vera ed una nuova Primavera Gravinese!

Ignazio Tartaro
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